25 Luglio 2025
I Giovani Caregiver, spesso definiti Young Carers, sono adolescenti e giovani adulti tra i 15 e i 24 anni che si occupano della cura di familiari affetti da disabilità, malattie croniche o condizioni di fragilità. In Italia si stima che siano oltre 390.000, pari al 6,6 % della popolazione giovanile.
Il loro contributo è fondamentale ma ancora poco riconosciuto dalla società e dalle istituzioni (dati ISTAT).
Le cause dell'emergere del fenomeno
L’incremento del fenomeno è legato a dinamiche sociali e demografiche. L’invecchiamento della popolazione, il ridotto accesso a servizi di assistenza domiciliare e la struttura familiare ristretta portano molti adolescenti ad assumersi responsabilità di cura. In Italia, ad esempio, è comune che gli adolescenti si prendano cura dei nonni, una situazione molto più diffusa rispetto ad altri Paesi europei.
Inoltre, il modello di welfare prevalentemente familiare e la riduzione delle reti di supporto rendono questi giovani ancora più vulnerabili. Spesso non sono nemmeno pienamente consapevoli del proprio ruolo, rendendo difficile l’attivazione di interventi mirati.
Le conseguenze sulla vita quotidiana
Il caregiving precoce ha forti ripercussioni sulla vita educativa, sociale e psicologica di questi ragazzi. Studi recenti evidenziano come il carico assistenziale influisca negativamente sul rendimento scolastico, sull’inserimento sociale e sulla salute mentale. Le responsabilità familiari possono limitare il tempo per lo studio, causare assenze prolungate da scuola e generare situazioni di isolamento.
I sintomi più frequenti includono stanchezza cronica, ansia, stress e nei casi più gravi depressione. Questo scenario è particolarmente rilevante tra le ragazze, spesso più coinvolte nel lavoro di cura. A lungo termine, può comportare rinunce a opportunità formative e lavorative.
Un caso virtuoso: il progetto della Città metropolitana di Bologna
Un esempio concreto di presa in carico è rappresentato dall’iniziativa della Città metropolitana di Bologna, che nel 2022 ha avviato una mappatura delle situazioni di carico assistenziale tra studenti delle scuole superiori. Grazie al questionario MACA‑YC18, somministrato a oltre 5.000 ragazzi, è emerso che più del 13 % vive situazioni di forte pressione legata alla cura di familiari.
Il progetto ha previsto l’attivazione di una rete composta da scuole, servizi sanitari e sociali, con percorsi educativi e sportelli dedicati. È un modello replicabile, basato sulla co-progettazione e sull’ascolto dei bisogni dei giovani .
Quali sono le richieste dei Giovani Caregiver?
Una delle prime richieste è il riconoscimento formale del ruolo. In Italia, i giovani Caregiver non sono ancora riconosciuti da una normativa specifica, contrariamente a quanto avviene in altri Paesi europei come Regno Unito e Svezia. Senza riconoscimento, mancano anche strumenti di tutela e percorsi di sostegno adeguati.
Inoltre, i giovani chiedono maggiore consapevolezza da parte degli adulti di riferimento, in particolare docenti e operatori sanitari. La formazione di questi professionisti è essenziale per intercettare i segnali di disagio. A livello istituzionale, si invocano raccolte dati sistematiche, servizi educativi flessibili, supporti psicologici e risorse per gestire l’equilibrio tra cura e crescita personale (Redattore Sociale).
Il ruolo della tecnologia e della comunità
La tecnologia può alleggerire il carico quotidiano. App come Clara per il monitoraggio della fragilità, con promemoria e alert digitali, strumenti di comunicazione e monitoraggio remoto sono solo alcuni degli strumenti che possono aiutare questi ragazzi, e chiunque si prenda cura degli altri, ad organizzare meglio la propria routine e a trovare un migliore bilanciamento fra attività di cura e dimensione personale (relazioni, lavoro, interessi, studio, etc.). Tuttavia, la tecnologia non basta se non è accompagnata da un contesto favorevole: scuole accoglienti, servizi diffusi e accessibili, reti sociali, servizi di sollievo e riconoscimento sociale ed istituzionale.
Alcuni enti locali, come l'AUSL di Bologna, hanno attivato sportelli informativi e percorsi formativi specifici per Giovani Caregiver.
Sono esperienze da valorizzare e ampliare assolutamente su scala nazionale, in modo che diventino strutturali e non lasciate all'iniziativa di alcuni enti più sensibili e lungimiranti.
Il fenomeno dei Giovani Caregiver non è marginale, è una responsabilità collettiva: riguarda centinaia di migliaia di ragazzi in Italia, ma va ricordato che l'invecchiamento progressivo della popolazione non esime nessuno dal trovarsi, prima o poi nel corso della vita, a ricoprire il ruolo di Caregiver. Agire subito significa riconoscere il loro valore, ascoltare i loro bisogni e fornire strumenti concreti per costruire un presente più sostenibile e un futuro più libero, ma anche una tutela sociale che può potenzialmente riguardare tutti.
Le istituzioni, la scuola, il sistema sanitario e la società tutta hanno la responsabilità di non lasciarli soli.